Il Giardino di Azadi

L’articolo del giardino di Azadi è  pubblicato sul Comune-info. Il testo e le foto sono di Métilde Havard.

Orto nasce nel Giardino Azadi

L’ex mattatoio di Roma è circondato dalle mura aureliane, dalla ferrovia e dal Tevere ed è diviso in realtà in due grandi aree: il mattatoio vero e proprio, dismesso nel 1975 e riaperto al pubblico nel 1999, e il Campo Boario, che dal 1999 ospita il centro socio-culturale della comunità curda. È in questo contesto urbano e sociale che sta per nascere un altro orto autogestito.

L’avvio del centro socio-culturale curdo Ararat è avvenuto a seguito del «caso Ocalan» e dall’arrivo di centinaia di richiedenti asilo curdi a Roma. Il laboratorio Stalker, all’origine di questa iniziativa, aveva voluro offrire una risposta all’emergenza civile costituita da persone accampate in rifugi di cartone in giro per Roma. L’obiettivo era sperimentare una nuova forma di spazio pubblico fondata sull’accoglienza e l’ospitalità. Il progetto fu di trasformare il Campo Boario in un luogo pubblico dedicato all’inter-cultura e alla ricerca artistica ecologicamente, socialmente e culturalmente sostenibile. Il centro socio-culturale Ararat, voluto dai rifugiati curdi, è stato «conquistato» con il sostegno di Stalker. Oggi, la comunità gestisce questo luogo che rappresenta un punto di riferimento per i migranti curdi e uno spazio di relazione e di confronto con il resto della cittadinanza.

La decisione di avviare un percorso collaborativo per la progettazione di un orto condiviso è nata in maggio e dimostra la volontà della comunità curda di instaurare un legame più stabile con la città. Insieme a Zappata romana, ai Giardinieri sovversivi romani, all’Ortofficina, al Consorzio Città dell’altra economia e alla rete degli orti e giardini condivisi di Roma è nato un progetto che prevede due orti: uno nello spazio verde che i curdi hanno già ha disposizione e un secondo orto in cassetta. Nel giardino Azadi, già sistemato, sono state messe a dimora piante di pomodoro, cipolle e zucchine. Nei prossimi giorni la comunità riceverà della terra non più utilizzata da parte del Maxxi (il Museo nazionale delle arti del XXI secolo) avviando il secondo orto, quello in cassetta. L’idea della nascita dell’orto è stata un’occasione per reinventare le relazioni con i «vicini» della Città dell’altra economia (Cae) sulla base di uno scambio tra la cura dell’orto della Cae, anche esso in realizzazione, e corsi di italiano per i curdi.

Per affermare la dimensione pubblica di questo spazio, la comunità curda vuole coinvolgere tutti coloro che già coltivano orti urbani a Roma, associazioni e cittadini dando visibilità, consistenza e vitalità all’iniziativa. L’inaugurazione, aperta a tutti i cittadini, nel tardo pomeriggio e nella sera del 14 luglio segnerà l’entrata di un nuovo orto condiviso nella rete dei giardini e orti condivisi romani e, sopratutto, costituirà un momento di scambio e di convivialità per il Campo Boario. L’orto sarà anche presentato a Casetta rossa il 7 luglio (ore 18,30) nel corso del dibattito dedicato agli orti e ai giardini condivisi alla festa dell’Altra Estate.

Giardino Azadi

 

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